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Lavoro in rete
di Patrizio Di Nicola
L'anno dell'e-Work
Se il 2000 è stato l'anno in cui le imprese hanno scoperto l'e-Business, e si sono quindi affrettate a ripensare le strutture aziendali alla luce delle nuove tecnologie, il 2001 si è aperto all'insegna dell'e-Work. Telelavoro, lavoro in rete e gruppi di lavoro virtuali sono al centro delle attenzioni dei Governi nelle principali nazioni europee.

In Gran Bretagna il premier Blair ha varato una serie di importanti iniziative per facilitare la penetrazione delle tecnologie informatiche e telematiche tra i lavoratori. Infatti le aziende che acquistano PC, modem e attrezzature informatiche per i dipendenti hanno diritto all'esenzione fiscale sulle prime 500 sterline (oltre 1,5 milioni) spese e al recupero dell'IVA sugli acquisti tecnologici e sulle spese telefoniche rimborsate ai dipendenti. Lo stesso trattamento si estende anche ai lavoratori autonomi e alle loro famiglie.

Lo sviluppo del telelavoro nel Regno Unito si inquadra nel processo di estensione delle cosidette family friendly policies, cioè le iniziative che le aziende debbono adottare al fine di rendere meno difficoltosa per i propri dipendenti la conciliazione tra lavoro e vita privata. In Gran Bretagna, infatti, il tasso di attività delle donne tocca ormai il 68% e il 72% dei nuovi impieghi è stato coperto da manodopera femminile. Se si pensa che almeno una famiglia su 8 deve accudire un anziano, si ha un quadro preciso delle difficoltà cui si trovano difronte molte lavoratrici. In UK i telelavoratori che operano da casa erano 630.000 nel 1999 (il 2,4% degli occupati) e, secondo stime dell'istituto di ricerca tedesco Empirica, sono destinati quasi a raddoppiare entro il 2005.

Anche in Germania il governo del Cancelliere Gerard Schroeder punta sulle nuove tecnologie e, con il programma Info 2000 si pone l'obiettivo di incrementare il numero dei telelavoratori. Scopo generale del programma, coordinato dal Ministero del lavoro e dell'economia, è di supportare aziende, amministrazioni pubbliche e lavoratori autonomi nel processo di ammodernamento tecnologico. Il programma è centrato sull'informazione e l'assistenza ai potenziali telelavoratori: è cruciale, secondo il programma del Governo, espandere la conoscenza del telelavoro e dell'eWork tra le parti sociali e tra i potenziali interessati. Una ricerca svolta per conto del Bundesministerium fur Wirtschaft una Technologie ha confermato che, per ben il 50% dei manager e il 62% dei consigli di fabbrica in Germania, esiste una necessità di venire informato meglio circa le modalità di applicazione del lavoro a distanza. Ma, oltre all'informazione, il programma prevede anche benefit ed agevolazioni per chi sceglie il telelavoro.

Negli ultimi due anni il numero dei telelavoratori in Germania è cresciuto notevolmente, e dovrebbe arrivare ad interessare, entro il 2005, il 4% degli occupati. Ma a chiedere di passare al telelavoro sono i lavoratori piuttosto che i datori di lavoro, mentre il management aziendale continua ad essere diffidente nei confronti di una modalità che sottrae i lavoratori al rigido controllo svolto in azienda.

E in Italia ? Dopo la proposta di legge sul telelavoro preparata in Senato da Michele De Luca, ma non ancora arrivata in aula per la discussione, e i decreti per il telelavoro nella Pubblica Amministrazione, che sinora hanno stimolato ben poche esperienze concrete, arriva Bill Gates a "sconsigliare" il telelavoro. Il Paperone americano, durante l'incontro avuto in Confindustria a gennaio 2001, rispondendo ad una domanda su cosa pensasse del telelavoro, ha seraficamente affermato che ai suoi dipendenti non e' assolutamente proibito telelavorare part time, purchè lo facciano dopo 50 ore settimanali di e-work in ufficio. Una prospettiva tutt'altro che incoraggiante, insomma.