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Lavoro in rete
di Patrizio Di Nicola
Telelavoro e ambiente di lavoro
Quanto è importante per chi telelavora dalla propria abitazione disporre di un ambiente idoneo e confortevole? Moltissimo, e la prova ci viene da una recente ricerca condotta da chi scrive su un gruppo di telelavoratori di una grande compagnia telefonica, ai quali è stato fatto compilare un questionario inteso a comprendere, tra l'altro, anche questi aspetti.

I telelavoratori in questione fanno parte di un nucleo familiare composto mediamente da altre 2 o 3 persone oltre l’interessato, ma quasi un quarto degli uomini (22.9% per la precisione) ha una famiglia più numerosa, composta da 4 a 6 membri. Ha figli (in media 2) la grande maggioranza del campione (il 78.1% dei casi), ma hanno figli piccoli soprattutto le telelavoratrici. La maggior parte degli intervistati (63.6%) vive con un altro familiare che lavora, tuttavia mentre questo aspetto riguarda l’80.9% delle donne, gli uomini invece ne sono toccati solo nel 47.2% dei casi. Il carico di lavoro domestico è tipico delle società mediterranee: le donne sono impegnate mediamente in faccende famigliari 32 ore la settimana, gli uomini 12.

Il 59% degli intervistati sostiene che generalmente è solo mentre telelavora, il resto (41%), ha almeno un familiare in casa. Rispetto all'indagine svolta otto mesi prima dell'inizio effettivo dell'esperienza di telelavoro, i risultati sono molto cambiati. All'epoca solo il 19% dei telelavoratori pensava che sarebbe stato certamente solo, mentre la maggior parte (36.8%) degli intervistati era incerta sulla presenza di altri familiari durante l’orario di lavoro, in quanto dipendente dai turni di servizio effettuati. In questa seconda survey le turnazioni si sono intersecate con la vita famigliare e ciò ha dato la possibilità ai telelavoratori di raggiungere insieme alla famiglia un equilibrio domestico più consono alle esigenze sia lavorative che personali.

La maggior parte del campione ha uno spazio dedicato al telelavoro: il 58.9% ha sistemato la postazione di lavoro in uno studio o in una sala hobby, dalla quale non interferisce con le normali attività casalinghe (e viceversa). (Grafico 1). Ma non sono pochi coloro che hanno dovuto ricorrere a "sistemazioni di emergenza": quasi un telelavoratore su cinque ha dovuto posizionare la sua postazione in camera da pranzo o in soggiorno, il 13% addirittura in camera da letto.

Grafico 1. La stanza del telelavoro

 

Una delle domande cruciali del questionario chiedeva una scelta tra il rimanere in telelavoro domiciliare, tornare in ufficio o continuare a telelavorare, ma fuori di casa, in un ipotetico telecentro vicino alla propria abitazione. Con tale domanda è stato possibile misurare la "forza" della scelta di telelavorare e la convinzione di continuare a farlo anche in futuro.

Come si vede dal grafico seguente oltre i tre quarti del campione non ha esitazioni e sceglierebbe sicuramente di continuare a telelavorare, mentre soltanto il 4% degli intervistati ambirebbe a tornare sicuramente tra le mura aziendali e il 20% è indeciso.

Grafico 2. Telelavoro o tornare in azienda?
Ma cosa determina i diversi atteggiamenti ? La scoperta della ricerca è che una delle variabili più importanti è costituita dalla sistemazione logistica della postazione di lavoro. Infatti quasi tutti (88,3%) coloro che lavorano da un locale dedicato, come uno studio, sono fermamente convinti di volere continuare a telelavorare da casa; tale percentuale scende al 50% per chi ha la postazione situata in un ingresso e crolla al 38.9% per chi telelavora dalla camera da letto. Ciò indica senza dubbio che la presenza di uno spazio adeguato dedicato al telelavoro rappresenta una discriminante che influisce in maniera positiva sulla motivazione a prolungare l'esperienza di telelavoro nel tempo.