Le FAQ (Frequently Asked Questions) della European Telework Online

Il testo originale inglese delle FAQ è disponibile all'indirizzo www.eto.org.uk/faq/faqintro.htm


Tradotta dall'Inglese da Giuseppe Fruci

L'accesso ad Internet deve rientrare tra i requisiti di un "Servizio Universale"?


Questa è una delle tre domande sollevate nel corso di uno studio per la Commissione Europea (DGXIII) del Giugno 1996. Le altre sono: La domanda formulata dal gruppo di studio DGXIII era:

L'importanza di Internet: quali sono gli indicatori per un servizio universale, ed Internet ne è un candidato potenziale? Servizio Universale significa che ogni governo europeo avrà l'obbligo di rendere disponibile Internet in ogni casa e società privata come oggi lo sono il telefono ed il servizio postale.




Servizio universale non andrebbe definito come "servizio offerto dai governi universalmente", ma come norma che impone i fornitori di servizi autorizzati a mettere a disposizione un particolare servizio universalmente. In Europa si sta liberalizzando il settore delle telecomunicazioni e questo significa che i governi potranno controllare cosa è disponibile, solamente obbligando i fornitori di servizi a sottostare a certi requisiti, in cambio di una licenza per operare nei mercati specifici. Questo potrebbe rendere la regolamentazione del "Servizio Universale" molto complessa, e portare inoltre alla fornitura di una moltitudine di servizi dove ne sarebbe richiesto solo uno. Un modo per evitare questo è favorire un fornitore affinché si occupi dei Servizi Universali per un particolare settore di mercato, e richiedere ai fornitori concorrenti di contribuire a tale spesa.

Potrebbe sembrare inappropriato considerare la rete come un potenziale candidato per un Servizio Universale, poiché chiunque con un linea telefonica può avere un regolare servizio Internet, a patto che ci sia un punto d'accesso raggiungibile con chiamata urbana. Nei paesi caratterizzati da un settore delle telecomunicazioni aperto, è il mercato stesso che si occupa di questo. Poiché i fornitori puntano ad ottenere una buona fetta di mercato, automaticamente vogliono pubblicizzare che sono in grado di fornire punti d'accesso locali a chiunque abbia un apparecchio telefonico. Il costo per aggiungere Internet ad una connessione telefonica esistente è molto basso; se c'è competizione tra le varie Telecom, il costo per fornire un punto di accesso locale è altrettanto basso.

La difficoltà nell' introdurre il concetto di Servizio Universale nella fornitura di accesso Internet, sta nel fatto che un nuovo fornitore potrebbe posizionarsi solamente in un punto, ed offrire i suoi servizi a chiunque nel mondo. Il consumatore quindi deve solo decidere, ad esempio, tra:
Entrambi offrono un servizio utile. Per chi viaggia frequentemente, un fornitore di "Servizio Universale" presente in (quasi) ogni nazione del mondo è molto attraente (es. Compuserve). Per un disabile costretto a casa, un servizio ad un costo più basso e con un solo punto di accesso va bene a patto che quest'ultimo sia raggiungibile con una telefonata urbana.

Il settore che richiede maggiore attenzione dal punto di vista del Servizio Universale, è il rendimento dei costi delle telecomunicazioni base. Ad un certo punto, per esempio, si dovrà rendere la connessione ISDN un requisito per un servizio universale, poiché c'è una grossa differenza tra un collegamento Internet al livello analogico più alto (con modem da 28.8 kbps e una lenta connessione/sconnessione) ed un collegamento via ISDN (a 2x64 kbps con veloce connessione/sconnessione). Qualora l'accesso via ISDN sia disponibile a tariffe più basse nei centri città, con una moltitudine di fornitori che competono tra di loro, e sia molto più costoso per le comunità rurali servite da un solo fornitore, queste ultime sarebbero severamente svantaggiate.

La questione del Servizio Universale in un mercato delle telecomunicazioni aperto è molto complessa, e non può essere trattata accuratamente in poche righe! Questo problema è maggiormente complicato, ad esempio, dalla probabilità che i prezzi telecom si sposteranno da una tariffazione a distanza verso una tariffazione basata sul "livello di rendimento" e/o tipologia d'uso. In questo caso la nozione di "punto di presenza locale" sarebbe meno rilevante, ma l'utente con minor traffico potrebbe trovarsi svantaggiato rispetto a chi ha un traffico maggiore (vedasi l'esempio dei disoccupati verso i telelavoratori di successo).

Una fonte di preoccupazione riguardante il Servizio Universale è il problema degli utenti esclusi e degli "information haves" ed "information have nots". Ma ci sono altre vie per affrontare questo problema, ed il Servizio Universale potrebbe non essere la scelta migliore. Un accesso totale ad Internet significa avere un computer molto performante a casa, con una connessione altrettanto performante - ISDN o migliore. Considerando che tra qualche anno in molte case saranno presenti computer ed accessi ad Internet come oggi lo sono televisori e telefoni, allora sarebbe meglio provvedere per gli "have nots" attraverso la previdenza sociale piuttosto che attraverso normative per il settore delle telecomunicazioni.

Un altro problema riguarda quelle intere regioni e nazioni che hanno una inadeguata infrastruttura per le telecomunicazioni e/o una connessione inadeguata o costosa alle reti mondiali. Tali stati non attrarranno gli stessi livelli di investimenti commerciali come le "zone sviluppate", e quindi ci potrebbe essere sempre il problema di scarso accesso unito a tariffe alte - una spirale viziosa. Ma la normativa sull'Accesso Universale non risolverà questo; c'è bisogno di determinate strategie nazionali supportate dalla comunità Internazionale attraverso programmi di assistenza.


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© 1998 Patrizio Di Nicola, Roma, Italia

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