Questa e' una delle tre domande poste come parte di uno studio per la Commissione Europea (DGXIII) nel giugno 1996. Le altre domande erano:
* Internet dovrebbe essere regolata? In caso di risposta positiva, come?
* L'accesso ad internet dovrebbe diventare parte
dei requisiti del "Servizio Universale"?
Le risposte fornite in questo documento vengono offerte
come stimolo di ulteriori discussioni su questi argomenti cosi'
interessanti e possono anche venire modificate in conseguenza
di quanto proveniente dalla "European Telework Online"
discussion list o da altre fonti.
La domanda posta dal gruppo di studio della DG XIII
era la seguente:
Quali effetti puo' avere la crescita di internet
sul settore delle telecomunicazioni, specie per cio' che riguarda
la trasmissione di voce e dati?
Almeno uno dei maggiori operatori mondiali di internet ci ha svelato che si aspetta di competere testa a testa con i tradizionali "Telcos" (gli operatori nel settore delle telecomunicazioni - ad esempio BT, France Telecom) per il traffico ordinario di voce e dati essendo, questi ultimi, avvantaggiati dal fatto che le aziende di telecomunicazione:
(a) possiedono degli investimenti nelle reti analogiche che pensano di dover proteggere,
(b) hanno un livello di profitto atteso che li inibisce
dall'effettuare riduzioni dei prezzi al tasso richiesto dal mercato
e che e' giustificato dai miglioramenti tecnologici in termini
di prestazioni e costi.
E' evidente che le Telecom tradizionali trovano una grossa difficolta' nell'adattarsi a rapide variazioni del mercato. Secondo l'esperienza nel settore delle tecnologie dell'informazione attualmente nei servizi voce si dovrebbe verificare una riduzione di prezzo di circa il 20 % annuo.
Nel mercato si riscontra invece un livello di riduzione piu' tipicamente vicino al 5% all'anno.
I gestori giustificano questo stato di cose facendo
riferimento agli elevatissimi investimenti necessari per realizzare
le reti della prossima generazione, per esempio fibre ottiche,
ignorando che l'industria della IT deve anche effettuare pesanti
investimenti nella ricerca e sviluppo, nelle fabbriche e nelle
tecnologie allo scopo di sostenere la sua crescita e del suo profitto
in termini migliorativi di costi-prestazioni pari o superiori
al 25%.
I Telcos possiedono una lunga storia di monopolio, o quasi monopolio, ed una scarsa esperienza di competizione in mercati aperti. A oggi, dopo dieci anni di competizione, la fetta di mercato "voce" di BT e' passata solamente da circa il 100% al 90%, ma la competizione e' stata molto disuniforme. Quando BT si trova a dover competere a livello internazionale con Deutsche Telekom, Telecom France o altri ci si aspetterebbe una maggiore riduzione di prezzi, ma, poiche' tutti i principali concorrenti sono simili in termini di caratteristiche e storia, e' poco credibile che le variazioni siano radicali o rapide.
Le Telecom hanno bisogno di mantenere costanti sia
i prezzi che gli andamenti dei profitti per far si' che fornitori
di servizi internet, anche se disponibili ad effettuare grossi
investimenti, non abbiano interesse ad entrare nel mercato.
Il mercato dispone di una vasta gamma di nuovi ed
eccitanti prodotti e servizi disponibili per essere lanciati attraverso
le reti, ma questi non decolleranno veramente sino a che non ci
sara' un miglioramento effettivo nella combinazione delle caratteristiche
di larghezza di banda e di prezzo. I fornitori di servizi internet
ed altri fornitori di servizi a valore aggiunto hanno tutto da
guadagnare con la disponibilita' di maggior banda a prezzi inferiori,
mentre le Telecom hanno solo molto da perdere.
L'effetto della "rete" portera', con molta
probabilita', ad un andamento di riduzione annua dei prezzi per
unita' di prestazione, del 10-15% con un conseguente aumento considerevole
di traffico che sara' a favore dei non Telcos.
Molti dei "vecchi gestori" si potrebbero
ridurre alla vendita all'ingrosso di circuiti per voce e dati
fino a che non saranno in grado di cambiare radicalmente le loro
strutture finanziarie e le attese dei loro azionisti.
Tuttavia la crescita che derivante dalle riduzioni
di prezzo all'utente finale potrebbe significare che il ruolo
dei venditori all'ingrosso continua ad essere attraente anche
se a livelli di profitto inferiori.
© 1997 Patrizio Di Nicola, Roma, Italia
Torna indietro