MANAGER ? SOLO QUANDO SERVE...

 

Brevi note sull' Interim Management

 

(di Patrizio Di Nicola)

 

Febbraio 1995

 

 

1.

Gli analisti organizzativi più attenti, ormai da anni, mettono sull'avviso circa le profonde trasformazione che, a partire dagli anni Ottanta, hanno rivoluzionato la fisionomia dell'impresa.  Essa si è trasformata, per dirla con Butera, da "castello" a "rete": da una struttura rigida e self-inclusive ad un'altra, completamente diversa, aperta, fatta di interconnessioni interne ed esterne. Queste modifiche hanno inciso soprattutto sui rapporti sociali interni alle aziende: ai lavoratori "fedeli" e specializzati tendono a sostituirsi professionisti la cui principale dote è l'adattabilità al cambiamento e la motivazione indirizzata, più che alla carriera, al superamento delle sfide che l'ambiente di lavoro gli pone di fronte.  E' cambiata, di conseguenza, anche la struttura del mercato del lavoro interno all'azienda: si riduce il core group, la fascia dei lavoratori assunti "a vita" e garantiti dalla tutela dei contratti collettivi, mentre si espande il numero dei lavoratori marginali che, a vario titolo, prestano la loro opera per l'azienda senza esserne realmente parte.   E non è detto che la marginalità rispetto all'azienda corrisponda sempre a funzioni basse, di servizio. Basti pensare ai vari consulenti direzionali e, ancor di più, ai "managers in affitto". Si tratta, quest'ultima, di una figura che, ampiamente diffusa in alcuni paesi europei (specialmente in Olanda, grazie al particolare assetto proprietario delle aziende) e negli Stati Uniti (ove esistono circa 200.000 managers interinali), va prendendo piede anche da noi. In Italia, anzi, al momento l'interim management è di fatto l'unica forma di intermediazione di manopera accettata, non sanzionata penalmente. 

 

2.

In cosa consiste l'interim management? In una prestazione temporanea (da pochi mesi sino a qualche anno) di un consulente direzionale di alto livello che, tramite un'agenzia, offre la propria prestazione alle aziende che la richiedono. A differenza di un semplice consulente, al manager in affitto è richiesto non soltanto di "affiancare" l'alta direzione ma,. soprattutto, di divenirne parte, almeno per un tempo determinato. A volte come dirigente di livello più alto: esistono in Europa agenzie specializzate esclusivamente nella "fornitura interinale" di Amministratori delegati e Direttori generali.  Perchè un'azienda, per una funzione così critica dovrebbe ricorrere ad un esterno, per di più senza nessun interesse concreto nell'azienda (quali azioni, partecipazioni agli utili, ecc?). I casi in cui si fa ricorso ai managers interinali sono molti e variegati ma, tutto sommato, facilmente codificabili nelle poche categorie che elenchiamo di seguito::

- Sostituzione.  L'azienda ha necessità di far fronte all'improvvisa e temporanea indisponibilità  di un dirigente titolare di una funzione critica per l'azienda, della quale non si può fare a meno pur non disponendo, all'interno, di soggetti adeguati a sostituirlo.

- Supplenza.  L'azienda deve passare la leadership di una funzione (o della stessa azienda) ad un soggetto (ad esempio un membro della famiglia del proprietario o un dirigente interno) ancora in fase di training. Oppure nei casi in cui, dietro la nomima di un nuovo dirigente si agitino conflitti negli assetti proprietari. In questi casi è ovvio che, prima di prendere una decisione, si lasci passare un pò di tempo. Ma nel frattempo la funzione deve essere comunque assicurata.

- Difesa.  Quando verso un'azienda è stata lanciata un' opa (cioè una manovra finanziaria aggressiva intesa a destabilizzarne gli assetti proprietari) si può decidere, anzichè di distogliere il top management dalle sue funzioni produttive, di contrastare l'emergenza incaricando un manager interinale, magari super-specializzato in questo genere di problemi.

- Attacco. Se si lancia sul mercato un nuovo prodotto "a rischio", si può ritenere opportuno, anzichè assumere stabilmente un nuovo dirigente, affittarne uno, che porti a regime la nuova divisione e prepari la strada all'arrivo, in seguito, di un titolare della funzione.

- Ristrutturazione.  Le fasi di ristrutturazione, sia derivanti da espansione produttiva che da chiusura di parti dell'azienda possono spesso essere meglio gestite da un manager esterno, non influenzato dalle culture aziendali, dotato di una professionalità specifica e, soprattutto, non coinvolto nei destini economici dell'azienda (possesso di azioni, ad esempio).

 

Il manager in affitto, poi, è estremamente conveniente per le aziende di piccola dimensione, che non possono permettersi di assumere stabilmente un top manager.  Ciò spiega perchè questa forma di prestazione sta avendo, un pò dappertutto, così tanta fortuna. Per molte aziende esiste anche una convenienza economica: un manager costa, tipicamente, due volte la sua retribuzione annuale. Affittandolo da un'agenzia al costo della retribuzione va aggiunto soltanto il 30 -40% per l'intermediazione. E spesso la retribuzione è erogata, anzichè su base mensile, secondo uno schema dilazionato, ed è ancor più spesso legata o condizionata ai risultati effettivamente raggiunti dall'azienda grazie all'intervento del manager interinale.

 

3.

Chi è il manager interinale ? L'esperienza americana e di altri paesi europei ci dice che quasi sempre si tratta di un ex-dirigente di primissimo piano che ha lasciato in anticipo, spesso compensato con un golden check, una grande multinazionale. Anche se non mancano i quadri, specialmente quelli che hanno acquisito una larga esperienza in settori determinanti quali l'innovazione di prodotto, la qualità, la gestione finanziaria.  E neanche quarantenni che, dopo varie esperienze estremamente coinvolgenti, decidono di lavorare in maniera diversa, in cui periodi di fortissimo impegno si alternano a fasi prolungate di riposo.  Si tratta, sempre, di persone che non hanno bisogno di una retribuzione continua nè della sicurezza che viene dall'impiego a vita. Sono abbastanza forti economicamente da potersi dedicare, con rilassatezza, alla ricerca di "missioni" da svolgere. E sono anche abbastanza selettivi: debbono trovarsi di fronte a sfide che li affascinano, la "normale amministrazione" non li interessa minimamente.  La loro principale dote è, naturalmente, l'adattabilità. In appena una manciata di giorni debbono riuscire ad entrare in una azienda che non conoscono, strutturare le loro relazioni con la proprietà, prendere il comando di teams pre-esistenti.  La loro accettazione nell'ambiente di lavoro, naturalmente, è basata sulle capacità professionali, sul curriculum e, non ultimo, sul fatto che, non essendo interessati alla carriera, difficilmente entrano per questo in conflitto con la dirigenza "stabile".

Ma perchè un tal professionista dovrebbe operare, anzichè in proprio, tramite un'agenzia ?  La domanda ha stimolato, all'estero, varie analisi. La risposta è, come spesso accade, tra le più ovvie. Il manager interinale è quasi sempre anche un consulente indipendente. Una persona, quindi, che quando possibile stipula, per suo conto, contratti individuali con le aziende.  Usa quindi i servizi delle agenzie come una risorsa aggiuntiva, per espandere il suo possibile mercato, farsi conoscere ed apprezzare all'esterno del proprio network relazionale.  Sfrutta, insomma, la buona reputazione dell'agenzia come un suo "secondo" biglietto da visita.  Anche se questo può costargli qualcosa: non è raro, infatti, che dopo una missione l'agenzia lo costringa, anche per periodi relativamente lunghi (6-.12 mesi), a rifiutare incarichi che provengono da aziende dello stesso settore di attività dell'impresa appena lasciata.

 

4

 

Da quanto detto emerge con chiarezza come la ristrutturazione delle imprese, nel momento in cui colpisce le varie professionalità, anche quelle altissime dei dirigenti costretti a lasciare le aziende attorno ai cinquant'anni, offre inedite opportunità aggiuntive. Magari non standard, ma senza dubbio non meno soddisfacenti. E queste opportunità non interessano soltanto gli individui, ma anche (e forse soprattutto) le piccole organizzazioni, che possono disporre, anche solo per brevi periodi, di managers dotati di professionalità e competenze che mai avrebbero potuto formare "in proprio".

 

 


BOX:  A CHI RIVOLGERSI PER DIVENIRE UN MANAGER INTERINALE

 

 

Società

Indirizzo

Associazione per lo sviluppo del temporary management (ATEMA)

Via Bixio 8, Milano

Cooperativa Manager Center

Via Dante 2/2  Bologna

Viale Coni Zugna 8  Milano

Corso del Popolo 34  Treviso

Via Risorgimento 8  Padova

Via Palermo 12  Roma

Contract Manager

Via Caradosso 8  Milano

Egon Zender Executive

Piazza Meda 3  Milano

Proper

Via Frua 21/6   Milano

Proterm

Via S. Michele del Carso 4  Milano

Tim

Corso Venezia 5   Milano

 

Fonte: Sole 24 Ore del Lunedì, 9 gennaio 1995

 

Nota:  La tabella è a solo scopo indicativo. La presenza di una impresa nella tabella non implica un giudizio positivo sull'impresa stessa, nè esclude che in Italia possano esistere altre agenzie di interim management.